
Per quanto si possa essere attenti e diligenti nel condurre una vita sana ed equilibrata, la possibilità di contrarre patologie fastidiose e limitanti spesso può dipendere da fattori difficili da controllare e prevenire. Uno di questi è senza dubbio l’avanzare dell’età; il passare degli anni può comportare un progressivo peggioramento di alcune funzioni vitali o di determinate componenti utili per il nostro organismo. Uno dei casi più comuni riguarda la prostata; a partire dai 25 anni infatti, essa inizia ad ingrossarsi in maniera naturale portando gli uomini di una certa età a dover necessariamente rivolgersi al proprio medico per un disturbo prima impercettibile, ma poi evidente e fastidioso. Chiaramente, con lo sviluppo degli studi in merito, sono molteplici le tecniche e metodologie curative e preventive alle quali affidarsi al fine di trovare sollievo in presenza di una simile problematica, potendo optare anche per metodi e cure totalmente naturali.
Quali sono i sintomi di una prostata ingrossata
Come per tutte le patologie, anche l’ingrossamento progressivo della prostata presenta dei sintomi chiari ed evidenti che implicano necessariamente un intervento curativo al fine di limitarne i disturbi. Come accennato precedentemente, questa patologia è caratterizzata da una fase progressiva che parte dai 25 anni d’età, arrivando ad un ingrossamento notevole intorno ai 60 anni. Tale condizione della prostata ha come prima problematica quella di compromettere il funzionamento dell’uretra, riducendo il suo spazio di manovra a causa delle dimensioni aumentate, oltre ad una considerevole pressione sulle sue pareti. Questa circostanza fisiologica prevede la comparsa di determinati sintomi che è bene conoscere al fine di individuare quanto prima il sopraggiungere della patologia; il più noto, è quello di sentire un frequente bisogno di urinare senza una regolarità comune. Inoltre, spesso lo stimolo di urinare viene percepito come imminente e urgente, ma il flusso risulta invece debole e irregolare. Sopratutto per le persone più anziane, è tipico percepire come sintomi un discreto dolore durante l’atto di urinare oltre ad un irrigidimento delle pareti della vescica che può comportare l’incontinenza. Chiaramente, è sempre consigliato affidarsi a specialisti del settore per una diagnosi accurata e certa; la presenza di questi sintomi elencati può a volte riguardare altre patologie più serie, per cui è sempre fondamentale avere piena consapevolezza della propria condizione clinica.
Come curare la prostata ingrossata con rimedi naturali
Chiarita l’importanza di affidarsi ad un consulto medico al fine di appurare che, in presenza di determinati sintomi, si abbia a che fare proprio con un ingrossamento eccessivo della vescica, è importante conoscere anche i rimedi naturali per la prostata capaci di dare il giusto sollievo a fronte di questa problematica. Un ambito fondamentale nel quale si può intervenire è senza dubbio quello alimentare; attraverso un regime bilanciato e ottimizzato in funzione della problematica in essere, è possibile controllare e moderare tutti quei valori che incidono ulteriormente sull’ingrossamento della prostata. Un alimento che presenta doti antinfiammatorie e antiflogistiche considerevoli è assolutamente il polline millefiori: ricco di calcio, zinco, potassio, ferro, ma soprattutto di vitamina C e B, agisce in maniera considerevole sui processi infiammatori derivanti dall’ingrossamento della prostata, dimostrandosi un ottimo rimedio naturale. Da segnalare anche la Serenoa Repens: si tratta di uno dei rimedi alimentari più efficaci soprattutto in presenza di disturbi della minzione causati da una condizione non ottimale della vescica. Interviene direttamente sull’enzima che muta il testosterone, agendo sia come antinfiammatorio che come anti-prostatico. Per quanto concerne invece i cibi da cercare di evitare, sono assolutamente da escludere sia le carni rosse che il consumo di caffè, elementi altamente controproducenti in presenza di tale disturbo della prostata. In questa condizione clinica è fondamentale un consumo di alimenti che siano ricchi di vitamina C e carotenoidi, come ad esempio i carboidrati.